— 2016 —


Parco agricolo


Le sottofirmate forze politiche "Riva Bene Comune" e "Arco Bene Comune", che fanno parte della maggioranza al governo dei due Comuni maggiori dell'Alto Garda (Arco e Riva), sono costrette ad intervenire nuovamente sulla surreale vicenda della mancata istituzione del Distretto/Parco Agricolo dell'Alto Garda, previsto da una Legge provinciale del 2008 e incagliato presso la Giunta Provinciale per il via libera definitivo.

Esse esprimono il proprio più fermo dissenso da quanto concordato dalla Conferenza dei Sindaci del 7.3.2016, con documento inviato alla Giunta provinciale, in cui si propone di superare l'impasse politico attribuito a non meglio precisate contrarietà in seno alla Giunta Provinciale stessa. Atto non dovuto anzitutto sul piano formale, visto che tutti gli adempimenti di competenza dei Comuni interessati e della Comunità Alto Garda e Ledro sono stati da circa 3 anni espletati, e mancherebbe soltanto il nulla osta provinciale.

Sul piano sostanziale, il documento delinea, per sbloccare la situazione, degli interventi normativi che modificherebbero radicalmente il quadro sancito dalla legge suddetta.. In particolare: 1) l'abolizione della prevista Agenzia con ampia autonomia (che avrebbe dovuto essere l'organo decisionale e operativo), perché considerata troppo costosa, sostituendola con un ufficio alle dipendenze dirette della Comunità; 2) l'abolizione del Consiglio di Amministrazione, considerato anch'esso di intralcio a "procedure amministrative semplificate e snelle"; 3) l'abolizione del previsto parere consultivo sui provvedimenti urbanistici, perché si ritengono sufficienti gli attuali vincoli legislativi in materia urbanistica; 4) la "valorizzazione della partecipazione dei Comuni", cioè un maggior potere dei Comuni, a scapito evidentemente delle altre categorie previste (p. es. Coldiretti, ambientalisti ecc.); 5) il programma del Parco non dovrebbe più essere approvato dalla Giunta Provinciale, bensì sarebbe oggetto di un accordo di programma tra Comunità e Provincia stessa; 6) anche l'altro organo del Parco, il Comitato di partecipazione, con lo scopo di elaborare le linee guida principali, dovrebbe essere rivisto, con un maggior ruolo dei Comuni e della Comunità di valle, e sempre a discapito delle altre componenti previste finora; 7) viene infine chiesto che ai componenti del Comitato non venga assegnato alcun compenso, cosa peraltro già prevista dalla Legge vigente.

A nostro parere tale richiesta rappresenta un atto politico estremamente grave e, se accolta dalla Giunta Provinciale, nonostante le affermazioni contrarie comporterebbe di fatto uno svuotamento di significato dell'idea stessa originaria del Distretto/Parco Agricolo, ben al di là delle intenzioni (vere o pretestuose) dei proponenti di snellire l'apparato legislativo e decisionale. Si renderebbe, infatti, il nuovo soggetto un semplice ingranaggio dei poteri politici istituzionali, invece di essere un ente autonomo con ampie rappresentanze della cosiddetta "società civile", come era nelle intenzioni del Comitato promotore, della volontà espressa dal Consiglio Provinciale nel 2008, nonché dell'unanimità di tutti i Consigli Comunali dell'Alto Garda, che tra la fine del 2012 e l'inizio del 2013 si sono pronunciati con mozione consiliare a favore del rapido avvio del Parco/distretto Agricolo senza modifiche legislative. Si deve considerare, inoltre, che una richiesta di modifiche farebbe ripartire da zero un iter legislativo che si annuncia (volutamente ?) lungo e tortuoso, con l'evidente risultato di posticipare sine die l'avvento del (a parole) tanto "desiderato" Parco Agricolo, e il rischio di trasformarlo, se mai nascerà, in una pallida ombra di quello che avrebbe dovuto essere.

Riva Bene Comune Arco Bene Comune

Paolo Barbagli Tommaso Ulivieri



REFERENDUM "TRIVELLE"

I Gruppi di Arco e Riva Bene Comune invitano a votare e a votare "SI" al quesito referendario di domenica sulle trivellazioni in mare: rispettivamente per ragioni di metodo e di merito.

E' inaccettabile - in un preoccupante periodo di disaffezione al voto - l'invito da parte del Governo (anche se con molte defezioni) a disertare le urne di uno dei pochi strumenti di partecipazione costituzionale; e di aver indetto il Referendum - non a caso - alla prima data utile e non accorpandolo alle elezioni amministrative, facendoci così spendere 350 milioni di euro e dimostrando di avere timore della volontà popolare, contraendo tempi e spazi d'informazione.

Nel merito, votare "SI" domenica non significa "solamente" bloccare lo sfruttamento "sine die" delle trivellazioni petrolifere e di gas sulle piattaforme entro le 12 miglia marine, ma dare un segnale forte verso la conversione energetica a favore delle rinnovabili e pulite. Il tutto senza perdita di posti di lavoro, che continueranno inalterati per anni fino alla scadenza delle concessioni.

La conferenza internazionale sul clima di Parigi (COP 21), come ben spiegato nell'incontro all'Hotel Olivo mercoledì sera, ha indicato senza ombra di dubbio i rischi ecologici globali dovuti alle emissioni da combustione. Così come ha prescritto modalità e tempi per limitare il progressivo e deleterio aumento di temperatura, una profilassi indispensabile quanto impossibile con l'attuale assetto energetico predatorio e inquinante.

Esiste infine una evidente dipendenza, per non dire sudditanza, di certi Governi nei confronti della grandi multinazionali petrolifere (come risulta evidente dal recente scandalo che ha coinvolto la Ministra Guidi) che sono le stesse che determinano - da decenni - gran parte delle situazioni belliche mondiali.

Arco Bene Comune Riva Bene Comune

Tommaso Ulivieri Paolo Barbagli

Riva, 13.4.2016




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